-- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
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-- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
Scelta un po' particolare, che poi spiegherò.
(Nb: avevo scritto dal computer di Simone, mi scordo sempre di loggarmi con il mio nick, sono Andrea).
Voti:
Andrea 8,5
Daniele 8
Lorenzo 7,5
Sabrina 7
Simone 6,5
Media: 7,5.
Ultima modifica di Sputnik il Mar Mar 09, 2010 2:17 pm - modificato 1 volta.
Re: -- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
Allora, qui non commenta nessuno, sarà meglio scrivere qualche riga. Anzitutto shame on Andre (perché ha portato un telefilm e non un film)
Dopodiché direi che hai difettucci dei telefilm, che visti in ambito cinematografico a me non piacciono molto. Comunque ben fatto e recitato. Come detto in discussione a me non piace molto il personaggio del dott. House alla lunga e in questo episodio ancora maggiormente. Nel senso che è molto simpatico e accattivante ma dopo un po' mi stanca, e, sopratutto in questo episodio mi appare forzato e poco realistico. Secondo me, da uno con quel cervello ci si potrebbe aspettare che le capisca prima le cose, invece dei 40 anni o giù di lì.
Per il nostro tema direi che il protagonista non è pazzo, quelli che gli sono vicini già di più
Anche se, direi che quasi nessuno di loro pare "irrecuperabile", nel senso di folle a 360°, caso disperato. Il film lascia spazio alla speranza di guarigione, di tornare o divenire "normali".
Dopodiché direi che hai difettucci dei telefilm, che visti in ambito cinematografico a me non piacciono molto. Comunque ben fatto e recitato. Come detto in discussione a me non piace molto il personaggio del dott. House alla lunga e in questo episodio ancora maggiormente. Nel senso che è molto simpatico e accattivante ma dopo un po' mi stanca, e, sopratutto in questo episodio mi appare forzato e poco realistico. Secondo me, da uno con quel cervello ci si potrebbe aspettare che le capisca prima le cose, invece dei 40 anni o giù di lì.
Per il nostro tema direi che il protagonista non è pazzo, quelli che gli sono vicini già di più
Anche se, direi che quasi nessuno di loro pare "irrecuperabile", nel senso di folle a 360°, caso disperato. Il film lascia spazio alla speranza di guarigione, di tornare o divenire "normali".
Re: -- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
La cosa interessante, più che l'episodio in sé, è la figura di House visto come genio/pazzo. Nella puntata lo si paragona a Van Gogh, e non è un caso, perché si esplicita soltanto quello che possiamo appurare in tutta la serie: che è un sociopatico masochista, geniale nel suo lavoro.
La differenza è che Van Gogh operava in ambito artistico, mentre quello di House è più logico e razionale, il che forse pone la "pazzia" sotto una luce diversa a quella a cui siamo abituati.
In generale, consideriamo pazzi solo coloro a cui "manca" qualcosa, solitamente , mentre House trae i suoi problemi e la sua diversità dall'essere più intelligente degli altri, e dal dolore.
Il secondo è un problema fisico, mentre il primo non riesce ad arginarlo a causa della sua "rigidità": pretende che gli altri siano altrettanto brillanti, acuti, razionali...e se non lo sono, e non lo sono, reagisce in modo testardo e violento.
C'è una puntata in cui deve curare un bambino autistico, e si riscopre molto più vicino e simile a lui che alla maggior parte delle persone che conosce.
Ha degli amici, o persone che stima, o anche solo pazienti per cui prova empatia...ma mai nessuno di realmente simile a lui...magari soffrono di un dolore cronico, oppure sono davvero intelligenti, ma tutti troppo emotivi per stimarli davvero.
Insomma io non so se autismo, sociopatia o eccessiva razionalità siano forme di pazzia, ma sono tutte cose che lo rendono "diverso" dagli altri.
La differenza è che Van Gogh operava in ambito artistico, mentre quello di House è più logico e razionale, il che forse pone la "pazzia" sotto una luce diversa a quella a cui siamo abituati.
In generale, consideriamo pazzi solo coloro a cui "manca" qualcosa, solitamente , mentre House trae i suoi problemi e la sua diversità dall'essere più intelligente degli altri, e dal dolore.
Il secondo è un problema fisico, mentre il primo non riesce ad arginarlo a causa della sua "rigidità": pretende che gli altri siano altrettanto brillanti, acuti, razionali...e se non lo sono, e non lo sono, reagisce in modo testardo e violento.
C'è una puntata in cui deve curare un bambino autistico, e si riscopre molto più vicino e simile a lui che alla maggior parte delle persone che conosce.
Ha degli amici, o persone che stima, o anche solo pazienti per cui prova empatia...ma mai nessuno di realmente simile a lui...magari soffrono di un dolore cronico, oppure sono davvero intelligenti, ma tutti troppo emotivi per stimarli davvero.
Insomma io non so se autismo, sociopatia o eccessiva razionalità siano forme di pazzia, ma sono tutte cose che lo rendono "diverso" dagli altri.
Re: -- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
I wanna get better. Whatever the hell does it means.
I'm sick of being miserable.
Questo è il momento cardine della puntata, e del film, se così si può dire.
Ovviamente chi non ha mai visto House non riesce a cogliere a fondo certi aspetti, ma ho valutato che si potesse comunque apprezzare, anche perché un pochino lo conoscono tutti.
Certo, i personaggi (Il personaggio, quando c'è Laurie/House sulla scena che fagocita tutto il resto), viene introdotto nei primi cinque minuti, e questo di solito in un film non succede. Ci sono vuoti di sceneggiatura, specie nella prima parte, e chiaramente tante dinamiche interne al personaggio sono date per conosciute e da quelle si parte. Però come immaginavo la visione è risultata più o meno gradevole per tutti.
Dal punto di vista realizzativo si vede, ovviamente, che non abbiamo a che fare con una super-produzione, ma è una puntata di eccellente fattura, anche per gli elevati standard telefilmici odierni, e pure per quelli superiori alla media di questa serie.
Il personaggio, chiaramente, può non piacere. Ma non lo vedo così fuori dalla realtà come lo vede Pino. Anzi, non lo è proprio per niente, fuori dalla realtà.
La genialità ed il piacere di essere stronzi, magari lo sono. Ma non è questo l'aspetto principale. Il costante dolore, anche fisico, la solitudine, la sfiducia nei confronti degli altri, la rassegnazione di fronte all'evidenza che la vita faccia schifo. Everybody lies, everybody suffers, leit motiv della serie. Fino al cedimento, all'impossibilità di sopportare questa condizione, per quanto sia probabilmente la più adiacente alla verità.
Fino al "I wanna be happy", che lo stesso House sa non voler dire niente; ma è un House stanco, stanco di essere un miserabile.
Ed al quale non resta altro che provare a farsi aiutare, ed a mettere in gioco i propri sentimenti, anche se, ovviamente, può finire sostanzialmente in un modo solo: qualcuno starà male.
Basterà questo per iniziare a vivere una vita rose e fiori? No, ovviamente, perché la realtà è una e una sola se la si guarda con disincanto. Ma in qualche modo si può imparare ad ingoiare la pillola. Pillola più, pillola meno.
I'm sick of being miserable.
Questo è il momento cardine della puntata, e del film, se così si può dire.
Ovviamente chi non ha mai visto House non riesce a cogliere a fondo certi aspetti, ma ho valutato che si potesse comunque apprezzare, anche perché un pochino lo conoscono tutti.
Certo, i personaggi (Il personaggio, quando c'è Laurie/House sulla scena che fagocita tutto il resto), viene introdotto nei primi cinque minuti, e questo di solito in un film non succede. Ci sono vuoti di sceneggiatura, specie nella prima parte, e chiaramente tante dinamiche interne al personaggio sono date per conosciute e da quelle si parte. Però come immaginavo la visione è risultata più o meno gradevole per tutti.
Dal punto di vista realizzativo si vede, ovviamente, che non abbiamo a che fare con una super-produzione, ma è una puntata di eccellente fattura, anche per gli elevati standard telefilmici odierni, e pure per quelli superiori alla media di questa serie.
Il personaggio, chiaramente, può non piacere. Ma non lo vedo così fuori dalla realtà come lo vede Pino. Anzi, non lo è proprio per niente, fuori dalla realtà.
La genialità ed il piacere di essere stronzi, magari lo sono. Ma non è questo l'aspetto principale. Il costante dolore, anche fisico, la solitudine, la sfiducia nei confronti degli altri, la rassegnazione di fronte all'evidenza che la vita faccia schifo. Everybody lies, everybody suffers, leit motiv della serie. Fino al cedimento, all'impossibilità di sopportare questa condizione, per quanto sia probabilmente la più adiacente alla verità.
Fino al "I wanna be happy", che lo stesso House sa non voler dire niente; ma è un House stanco, stanco di essere un miserabile.
Ed al quale non resta altro che provare a farsi aiutare, ed a mettere in gioco i propri sentimenti, anche se, ovviamente, può finire sostanzialmente in un modo solo: qualcuno starà male.
Basterà questo per iniziare a vivere una vita rose e fiori? No, ovviamente, perché la realtà è una e una sola se la si guarda con disincanto. Ma in qualche modo si può imparare ad ingoiare la pillola. Pillola più, pillola meno.
Andre- Messaggi : 83
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Re: -- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
A parte che Andrea va fuoritema come al solito e non parla di pazzia
Direi comunque che il "film" mi è piaciuto abbastanza e ha dei momenti emotional che funzionano bene, ovviamente non molto relistici, ma quello mi sta bene, il cinema non deve essere la realtà, altrimenti sarebbe una palla inaffrontabile. Quello che a me piace poco della puntata in questione e forse del personaggio di House in toto, è che, nonostante sia un tipo brillante, anche geniale, che capisce le dinamiche umane, arriva a capire delle cose, che la gente normale scopre tra i dieci e i vent'anni, dopo i quarant'anni. Quello che mi aspetto da un personaggio con la sua testa e la sua personalità è che sia maggiormente in grado di capirsi e di gestirsi. Poi, per carità, in effetti può pure essere che uno con tutto quel brain sia un megastitico emotivamente, solo che a me stona un pelino.
Direi comunque che il "film" mi è piaciuto abbastanza e ha dei momenti emotional che funzionano bene, ovviamente non molto relistici, ma quello mi sta bene, il cinema non deve essere la realtà, altrimenti sarebbe una palla inaffrontabile. Quello che a me piace poco della puntata in questione e forse del personaggio di House in toto, è che, nonostante sia un tipo brillante, anche geniale, che capisce le dinamiche umane, arriva a capire delle cose, che la gente normale scopre tra i dieci e i vent'anni, dopo i quarant'anni. Quello che mi aspetto da un personaggio con la sua testa e la sua personalità è che sia maggiormente in grado di capirsi e di gestirsi. Poi, per carità, in effetti può pure essere che uno con tutto quel brain sia un megastitico emotivamente, solo che a me stona un pelino.
Re: -- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
Mi affaccio timidamente alla realtà del cineforum sentendomi un pesce fuor d'acqua, vista la mia partecipazione ad una sola serata.
Volevo farvi leggere il pensiero di Alda Merini attinente al tema. Istituendo il legame tra sofferenza e pazzia dice una cosa forse di facile intuizione, ma lo fa in modo veramente superbo.
Condivido appieno, ma poi mi chiedo: chi distingue tra gente "comune e sobria" e quella divorata dalla pazzia? Chi ne determina la forma e il grado? I dottori tipo House? E poi, perché farlo? Alla fine, chi ci assicura che in ognuno di noi non viva almeno un poco di pazzia? Aggiungo un'altra cosa: immaginate che la pazzia sia, effettivamente, una prerogativa del genio: già mi vedo le scene di chi, desideroso di fama, farebbe di tutto per mostrarsi pazzo e, dunque, geniale...
Volevo farvi leggere il pensiero di Alda Merini attinente al tema. Istituendo il legame tra sofferenza e pazzia dice una cosa forse di facile intuizione, ma lo fa in modo veramente superbo.
«Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini.»
Condivido appieno, ma poi mi chiedo: chi distingue tra gente "comune e sobria" e quella divorata dalla pazzia? Chi ne determina la forma e il grado? I dottori tipo House? E poi, perché farlo? Alla fine, chi ci assicura che in ognuno di noi non viva almeno un poco di pazzia? Aggiungo un'altra cosa: immaginate che la pazzia sia, effettivamente, una prerogativa del genio: già mi vedo le scene di chi, desideroso di fama, farebbe di tutto per mostrarsi pazzo e, dunque, geniale...
brina- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 07.03.10
Re: -- Terzo tema: PAZZIA - Titolo secondo film: BROKEN (House MD s6ep1)
Benvenuta a Brina!
Consiglierei di presentarsi nel topic di benvenuto.
Quello che dice la Merini è molto bello e lo condivido appieno, poi, ovviamente, anche la forma della frase non è male. Quello che dici tu mi interessa nel fatto che tutti infondo sono pazzi, o perlomeno una parte di essi. Come diceva Andrea in una discussione, dopo un consulto con un dottore (credo il suo psichiatra, visto che lui ha un'equipe che lo segue tutti i giorni ), oggi non si parla più di pazzia o follia, ma di malattie mentali, più o meno gravi. Direi che tutti hanno pazzie, nevrosi e simili, e spesso il comportamento anomalo, "folle", è determinato dal contesto, da situazioni contingenti, che dall'esterno non vengono capite.
Consiglierei di presentarsi nel topic di benvenuto.
Quello che dice la Merini è molto bello e lo condivido appieno, poi, ovviamente, anche la forma della frase non è male. Quello che dici tu mi interessa nel fatto che tutti infondo sono pazzi, o perlomeno una parte di essi. Come diceva Andrea in una discussione, dopo un consulto con un dottore (credo il suo psichiatra, visto che lui ha un'equipe che lo segue tutti i giorni ), oggi non si parla più di pazzia o follia, ma di malattie mentali, più o meno gravi. Direi che tutti hanno pazzie, nevrosi e simili, e spesso il comportamento anomalo, "folle", è determinato dal contesto, da situazioni contingenti, che dall'esterno non vengono capite.
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